Alberto Matano gay, coming out a La Vita in Diretta: il senso delle sue parole nella sua confessione su Rai1

Alberto Matano ha fatto coming out a La Vita in Diretta. Il padrone di casa del contenitore del pomeriggio del primo canale della Tv di Stato ha raccontato di essere stato vittima di omofobia da adolescente. La confessione è avvenuta come reazione alla decisione del Senato di affossare la legge Zan. Come spesso accade, nessun mezzo riesce a dare riverbero ad alcuni temi come la televisione che parla a enormi masse di persone e spesso si subisce e non si sceglie. Nella puntata di oggi de La Vita in Diretta sono andati in onda molteplici casi di omofobia riportati dalle cronache locali e nazionali in questi ultimi mesi che hanno visto molte coppie omosessuali oggetto di discriminazioni, gesti violenti e pesanti attacchi.

Alberto Matano ha fatto coming out non dicendo chiaramente di essere gay, dal momento che ha sempre sostenuto di non amare le etichette:

Vi devo dire che storie come queste mi fanno particolarmente male, perché è successo anche a me, quando ero adolescente. L'ho provato sulla mia pelle e so cosa significa e allora mi auguro che con il contributo di tutti, su un tema così importante ci possa essere un supplemento di riflessione. Lo dobbiamo anche a quelle persone che abbiamo appena visto

Immediate le reazioni sui social: "Matano è gay?" "Significa che ha fatto coming out?". Sembra essere questa la deduzione logica che facilita l'etichettamento del conduttore, nonostante il giornalista si è guardato bene dal metterlo al centro nel suo breve discorso. Non deve interessare se Alberto sia gay o meno, ma è importante che si smetta di usare l'omosessualità come una etichetta.

Alberto Matano gay, coming out a La Vita in Diretta: il senso della sua confessione

Il coming out di Alberto Matano a La Vita in Diretta deve essere decodificato. L’invito è quello a fare attenzione affinché fenomeni di omofobia non accadano più. Importa che adolescenti e adulti la smettano di usare l’essere gay come una offesa. Che è un po’ il senso del Ddl Zan bocciato tra esultanze in Senato: bisogna condannare l’omofobia, questa forma di aggressività verbale e fisica ancora presente nel nostro Paese.

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Redattore

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